Una persona curiosa e avventurosa, Cesare si descriveva come fortunato per avere un lavoro che gli permetteva di viaggiare e incontrare persone fantastiche. Durante quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio in Bangladesh, dove lavorava per un’agenzia di aiuti internazionale, Cesare amava ripetere: «Il mio tempo qui è troppo breve per non provare e godere quanto possibile in modo sano e positivo».
Ieri, mentre faceva jogging, Cesare è stato affiancato da un gruppo armato e giustiziato in mezzo alla strada. Poche ore dopo, l’ISIS ha rivendicato l’uccisione di quello che hanno definito uno “spregevole crociato”, un’esecuzione “in nome di Dio”.
Nonostante le numerose ombre su questa vicenda e le tante cose che non sapremo mai di Cesare e di chi, come lui, sceglie di lasciare la comoda quotidianità per inseguire una passione, una cosa è chiara. Cesare amava la vita ed è morto aiutando il prossimo. Questo fa di lui una Persona PerBene, ed è così che lo vogliamo ricordare.