Giovanni Spampinato stava lavorando su alcune inchieste scomode tra gli anni sessanta e settanta. Le sue indagini lo portarono a scontrarsi con Roberto Cambria, figlio del presidente del Tribunale di Ragusa. In una realtà provinciale segnata dall’omertà mafiosa, Giovanni si ritrovò a combattere da solo una guerra apparentemente persa in partenza.
Nonostante il clima intimidatorio e le continue minacce, Giovanni non si piegò mai. La sua visione nobile del giornalismo e della coscienza umana gli impediva di scendere a compromessi. La sera del 17 ottobre, Roberto Cambria lo attirò in una zona periferica e lo uccise con diverse revolverate.
A distanza di 43 anni, il sacrificio di Giovanni Spampinato non ha mai ricevuto alcun tributo dalla sua provincia, spesso incline a dimenticare ciò che non conviene ricordare. La sua memoria è stata oscurata dall’indifferenza e dall’omertà.
Oggi, però, vogliamo celebrare Giovanni Spampinato. A soli 26 anni, Giovanni si è dimostrato un eroe e un stoico custode della libertà di tutti noi. Il suo coraggio e la sua integrità restano un esempio luminoso per chi crede nella verità e nella giustizia.