Ahmad Mohammed al-Mousa, giovane giornalista siriano, ha dedicato la sua vita alla denuncia degli orrori dello Stato islamico a Raqqa. Anima del RBSS (Raqqa is Being Slaughtered Silently), un collettivo di informazione indipendente che ha vinto il premio Libertà di stampa internazionale 2015, Ahmad Mohammed è stato un faro di verità in mezzo alla barbarie.
La guerra, gli abusi dell’Is, la violenza dello Stato islamico, erano i bersagli dei suoi coraggiosi reportage. Questi motivi hanno reso Ahmad Mohammed una minaccia per il terrore. Ieri, Ahmad Mohammed al-Mousa è stato giustiziato da un gruppo armato a Idlib, vicino al confine con la Turchia.
Noi non abbiamo conosciuto Ahmad Mohammed. Non sappiamo quali fossero i suoi sogni, i suoi progetti, le sue paure. Non abbiamo coscienza di quali siano stati i suoi ultimi pensieri. Ma se in alcuni casi tendiamo a definire questa guerra silenziosa come un conflitto che ci riguarda in prima persona; se siamo spesso schierati in prima linea a sbandierare i nostri “tributi virtuali”; se non manchiamo occasione per appassionarci dei drammi del mondo al di là dello schermo di un pc, oggi dedichiamo un pensiero a questa giovane vita.
Ahmad Mohammed al-Mousa non riempirà le prime pagine o i salotti buoni della tv, ma è stato sacrificato sull’altare della nostra libertà, punito per aver difeso i diritti umani di tutti noi.