George Washington Carver

Il viaggio straordinario di un uomo che trasformò l'agricoltura e l'educazione americana

Il 5 gennaio del 1943, George Washington Carver, lo schiavo che cambiò il volto dell’America, ci lasciava. La sua storia iniziò nel 1864, negli stati del Sud, senza data di nascita, senza cognome, senza identità. La sua vita era destinata a passare anonima come quella di tanti neri all’epoca. Il suo nome completo era “George di Moses Carver”, essendo di proprietà del signor Moses Carver, un agricoltore di media ricchezza che possedeva anche sua madre. Per distinguersi da un altro George Carver nei paraggi, aggiunse una “W”, e alla domanda sul significato di quella “W”, rispose “Washington”, formando così il nome George Washington Carver.

La sua già drammatica esistenza peggiorò alcune settimane dopo quando venne rapito insieme alla madre e a una sorella da un gruppo di razziatori. Moses Carver riscattò il giovane George in cambio di un cavallo, ma della madre e della sorella non si seppe più nulla.

George rimase nella fattoria di Moses Carver anche dopo la Dichiarazione di emancipazione, per circa dieci anni. Durante questo periodo sviluppò un forte amore per le piante che lo accompagnò per il resto della sua vita. Desideroso di imparare, George iniziò a leggere e a padroneggiare la lingua e la grammatica, ma l’ambizione lo spinse a non accontentarsi. Venne a sapere che nella vicina città di Neosho c’era una piccola scuola e decise di frequentarla.

All’età di poco più di dieci anni, George si mise in viaggio senza un soldo in tasca. Andò a vivere in un vecchio fienile e si mantenne con alcuni lavoretti. Nonostante le numerose difficoltà, frequentò con profitto la scuola di Neosho e decise di diventare un “esperto di piante”. Terminate le superiori, nel 1890 accadde qualcosa di impensabile per l’epoca: dopo diversi tentativi, George W. Carver venne accettato al Simpson College di Indianola, diventando il primo nero a frequentare un’università negli Stati Uniti. Trasferitosi all’Iowa State College di Ames, si laureò in agraria e iniziò a lavorare come assistente botanico per il professor James Wilson, futuro ministro dell’Agricoltura. Carver divenne docente di Agraria al Tuskegee Institute, in Alabama, dove rimase per tutta la durata della sua carriera, ovvero 47 anni.

George non si limitò a insegnare ai suoi allievi, ma lottò tutta la vita per garantire un’educazione agli ex schiavi diventati contadini. Dimostrò che la monocoltura del cotone danneggiava i terreni e sviluppò un programma di rotazione alternando l’arachide. Gli straordinari risultati ottenuti rivoluzionarono la produzione agricola americana. George propose ben 300 usi diversi delle noccioline americane, che all’epoca venivano usate solo come alimento per il bestiame.

Una delle sue iniziative più lodevoli fu la “cattedra ambulante”: insieme a un gruppo di insegnanti, si spostava di fattoria in fattoria con un carretto e tutta l’attrezzatura necessaria per insegnare ai contadini le pratiche colturali corrette. George propose centinaia di usi alternativi per vari ortaggi, inclusi alcuni usi del pomodoro, al tempo considerato non commestibile in America.

Alla fine, le sue invenzioni nel campo agricolo furono circa 500, ma non volle mai guadagnare un dollaro da esse. A chi gli ricordava i potenziali enormi guadagni, rispondeva: “Dio non ci ha mica presentato il conto quando ha creato le noccioline”.

Dal non avere un nome e valere quanto un cavallo, oggi George Carver è sinonimo di orgoglio americano. Il suo luogo di nascita è stato dichiarato monumento nazionale ed è entrato nella Hall of Fame di New York.

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