Piersanti Mattarella

Il coraggio di un uomo che ha pagato con la vita la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato

Il 6 gennaio 1980, nel giorno dell’Epifania, in via Libertà a Palermo, la famiglia Mattarella stava andando a messa quando una pioggia di pallottole sorprese Piersanti Mattarella, 44 anni, Presidente della Regione Sicilia, sotto gli occhi della moglie e dei figli. Senza scorta in quel momento, Piersanti Mattarella non arrivò vivo in ospedale.

Inizialmente, si pensò a un assassinio di matrice terroristica, ipotesi avvalorata dalla rivendicazione di un gruppo neo-fascista. Tuttavia, la requisitoria sottoscritta da Giovanni Falcone portò a individuare i responsabili materiali dell’omicidio in Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, combattenti di estrema destra dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari).

Dopo la morte di Falcone, l’assassinio di Mattarella venne ricollegato alla Mafia dai collaboratori di giustizia Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo. Ad ordinare l’omicidio fu Cosa Nostra, a causa dell’opera di ammodernamento intrapresa da Mattarella e del suo contrasto nei confronti di Vito Ciancimino, referente politico dei Corleonesi, che aveva siglato un patto di collaborazione con Salvo Lima e la corrente andreottiana.

Nel 1995, vennero condannati all’ergastolo come mandanti dell’omicidio i boss Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Antonio Geraci. Durante il processo, la moglie di Mattarella, Cristiano Fioravanti (fratello di Valerio) e Angelo Izzo dichiararono di riconoscere in Valerio Fioravanti l’esecutore materiale dell’omicidio, ma la loro testimonianza non venne considerata attendibile.

Secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Giulio Andreotti era a conoscenza dell’insofferenza di Cosa Nostra per l’operato di Mattarella. Nel 2004, alla fine di un lungo processo, si accertò che ai tempi dell’accaduto Andreotti ebbe rapporti con la Mafia, ma al contempo si dichiarò il “non luogo a procedere per intervenuta prescrizione”. Ad oggi, sono stati condannati i mandanti ma non i responsabili materiali dell’esecuzione di Piersanti Mattarella.

Quel giorno l’Italia perse un eroico Presidente, un politico di spessore, un uomo di altissime doti umane e morali, una Persona PerBene. Piersanti Mattarella è ricordato per il suo impegno nella lotta contro la corruzione e il crimine organizzato, e il suo sacrificio non sarà mai dimenticato.

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