Raqia Hassan, una giornalista di trent’anni, ha coraggiosamente denunciato le condizioni di vita a Raqqa, roccaforte dell’Isis, per anni. Sotto lo pseudonimo di Nissan Ibrahim, ha raccontato al mondo le sofferenze, i soprusi e le intimidazioni subite dalla popolazione. Questo impegno l’ha resa una figura scomoda per gli uomini del Califfato.
Qualche giorno fa, la sua copertura è stata scoperta e ciò che temeva si è tragicamente realizzato. Raqia è stata catturata e uccisa dall’Isis. La sua storia è un potente esempio di coraggio e determinazione, e il suo sacrificio non deve essere dimenticato.
Ricordiamo quel sorriso sincero e quegli occhi colmi di coraggio con le sue ultime parole: «Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte, ma quanto l’Isis mi arresterà e ucciderà sarà tutto ok, perché loro mi taglieranno la testa, ma io manterrò la mia dignità».
Raqia Hassan ha dimostrato che anche in mezzo al terrore e alla violenza, esistono persone disposte a rischiare tutto per la verità e la dignità umana. La sua storia è un tributo alla forza e alla resilienza di coloro che lottano contro l’ingiustizia.