Teresio Olivelli

La vita di un docente e partigiano italiano, ucciso per difendere un compagno prigioniero

Il 17 gennaio 1945, Teresio Olivelli, docente e partigiano italiano, veniva ucciso a bastonate nel campo di concentramento di Hersbruck per aver difeso un altro prigioniero dalle angherie di un aguzzino. Medaglia d’oro al valor militare, Olivelli è ricordato come un uomo di grande coraggio e integrità.

Dopo aver frequentato la Facoltà di Giurisprudenza a Pavia, Olivelli inizialmente appoggiò il fascismo, sperando di poterlo cambiare dall’interno e infondergli un’anima di autentica giustizia umana e sociale. Tuttavia, il regime non riuscì a intaccare il suo fervore religioso, espresso attraverso l’attività nell’Azione Cattolica, nella Fuci, nelle Conferenze di San Vincenzo e nella carità quotidiana.

La guerra cambiò la sua visione. Olivelli partecipò attivamente al conflitto, ma questo gli fece comprendere gli errori del fascismo e la necessità di altri valori morali e religiosi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovò ancora sotto le armi e, non volendo farsi complice dell’occupazione tedesca dell’Italia, non si arrese ai tedeschi. Per questo motivo, venne arrestato e deportato in Germania. Fuggito, si unì alla resistenza cattolica bresciana.

Dalla lotta clandestina alla fondazione de “Il Ribelle”. Olivelli aderì sin dall’inizio alla lotta clandestina, organizzando bande partigiane e fondando nel marzo 1944 il giornale “Il Ribelle”. Divenne un esponente di spicco della Resistenza, prima a Brescia e poi a Milano. Qui venne arrestato per la terza volta nell’aprile del 1944. Dopo mesi di detenzione e una serie di feroci interrogatori, fu inviato a novembre al campo di concentramento di Hersbruck.

Il 17 gennaio 1945, Olivelli dimostrò ancora una volta il suo coraggio e la sua umanità. Aiutò un prigioniero ucraino brutalmente pestato da un aguzzino, facendogli da scudo con il proprio corpo. Fu colpito dallo stesso sorvegliante con calci e bastonate, morendo per le ferite riportate.

Teresio Olivelli è ricordato come un martire della Resistenza, un uomo che sacrificò la propria vita per proteggere gli altri e per la lotta contro l’oppressione. La sua storia è un esempio di dedizione, coraggio e integrità, valori che continuano a ispirare.

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