Il 29 gennaio 1979, un lunedì mattina, il magistrato Emilio Alessandrini stava accompagnando suo figlio Marco a scuola. Come ogni giorno, dopo averlo lasciato alla scuola elementare Ottolini-Belgioioso in via Colletta, si trovava in macchina fermo a un semaforo rosso. Con la coda dell’occhio vede ancora il piccolo Marco entrare a scuola, ma in un istante la sua vita viene stravolta.
Quattro uomini affiancano la sua Renault 5 color arancione e rompono il vetro con il calcio di una pistola. Alessandrini si ritrova circondato e, in un momento di terrore, riesce solo a chiedere “Che volete?” prima di essere colpito da una pioggia di piombo. Non sono ancora le 9 del mattino quando “La Repubblica” riceve la rivendicazione dell’attacco: “Oggi, 29 gennaio 1979 alle ore 8,30, il gruppo di fuoco Romano Tognini ‘Valerio’ dell’organizzazione comunista Prima Linea ha giustiziato il sostituto procuratore della repubblica Emilio Alessandrini…”.
La colpa di Alessandrini era quella di aver condotto la prima grande inchiesta sulla strage di Piazza Fontana del 1969. In questa operazione vennero incriminati i neofascisti Franco Freda e Giovanni Ventura, e furono rivelati collegamenti tra la destra eversiva e i servizi segreti. Nonostante le numerose minacce, Alessandrini non aveva la scorta, una decisione che fece molto discutere e che ancora oggi lascia molte ombre sulla sua morte. Egli stesso riteneva la scorta “un accorgimento di grande effetto scenico ma inutile, che serve solo a mettere a repentaglio la vita di due poveri poliziotti”.
I funerali di Emilio Alessandrini furono un autentico tributo di popolo. Un’intera città si riversò in piazza per onorare la sua memoria. La chiesa era stracolma, immersa in un rispettoso silenzio, rotto solo dal pianto straziato del figlioletto Marco. All’uscita della bara, la folla si strinse in un commovente applauso, salutando per la prima volta un magistrato con tanto calore.
Emilio Alessandrini era un uomo che amava fare bene il suo mestiere, con passione e rigore. Un giovane padre e un premuroso marito che diede la vita per il suo primario senso di giustizia e la sua irrinunciabile sete di verità. La sua dedizione e il suo sacrificio rimangono un esempio di coraggio e integrità.