Ezio Tarantelli

un economista coraggioso che ha pagato con la vita

Il 27 marzo 1985, un commando delle Brigate Rosse uccideva Ezio Tarantelli, professore di Economia politica all’Università di Roma e presidente dell’Istituto di Studi Economici del lavoro della CISL. In un’Italia divisa tra rossi e neri, ferita da una sanguinaria guerra fratricida e logorata da un alto tasso di disoccupazione e una condizione giovanile precaria, Tarantelli propose una soluzione innovativa: il taglio della scala mobile.

La scala mobile era uno strumento economico destinato all’indicizzazione automatica dei salari in funzione degli aumenti dei prezzi, contrastando la diminuzione del potere d’acquisto causata dall’aumento del costo della vita. Il governo avrebbe fissato un certo tasso d’inflazione e, in base a questo, calcolato i punti che sarebbero scattati. Se l’inflazione effettiva fosse stata maggiore a fine anno, i lavoratori avrebbero ricevuto un conguaglio. In questo modo, si evitava che il tasso d’inflazione passato influenzasse quello presente e futuro.

Il governo, la CISL, la UIL e la parte socialista della CGIL furono d’accordo con Tarantelli, ma la parte comunista della CGIL promosse un referendum per abrogare il decreto. Attorno a Tarantelli crebbe un’atmosfera minatoria, inquietante e tristemente familiare in quell’epoca. Amici e colleghi gli consigliarono di stare attento, di frenare la sua attività e di smettere di scrivere sui giornali, ma lui non capì. Non riuscì a comprendere come un’idea rivoluzionaria, volta a scuotere l’immobilismo italiano, potesse metterlo in pericolo.

Il 27 marzo 1985, Tarantelli fu raggiunto da venti proiettili esplosi in pieno volto, mentre si accingeva a scrivere un manifesto politico che spiegava perché votare no al referendum sulla scala mobile. Il suo rigore, passione e sentimento lo resero un bersaglio facile, un comodo omicidio da compiere alla luce del sole.

Le idee di Tarantelli, tuttavia, sono sopravvissute alla sua morte. Il suo contributo è oggi riconosciuto come determinante per aver aiutato l’economia italiana a ridurre l’inflazione e la disoccupazione. La sua proposta di scala mobile rappresentò un passo avanti fondamentale per l’economia italiana, portando a una maggiore stabilità e crescita economica.

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