Carlo Urbani

il medico eroe che identificò la SARS

Tredici anni fa, il mondo perdeva Carlo Urbani, il “medico eroe” che per primo identificò e classificò la SARS, malattia esplosa in Estremo Oriente nel 2002 e che, con le sue 775 vittime registrate in poco tempo, tenne il mondo intero con il fiato sospeso. Carlo Urbani non era solo un brillante microbiologo. Era un uomo, un marito, un padre di tre figli, e una persona capace di dedicarsi agli altri fino alla fine, pronto a sacrificare la propria vita per il bene altrui.

Dopo una giovinezza segnata dagli studi e dal volontariato, nel 1996 Carlo entrò in Medici Senza Frontiere, diventandone tre anni dopo il presidente della sezione italiana. In questa veste, ritirò il Premio Nobel per la Pace e con i soldi del prestigioso riconoscimento creò un fondo per promuovere una campagna internazionale di accesso ai farmaci essenziali per le popolazioni più povere.

I suoi viaggi in Cambogia e Vietnam lo portarono a confrontarsi con le popolazioni più bisognose. Fu proprio durante una di queste missioni che, visitando un paziente, si accorse di trovarsi di fronte a una nuova malattia. Nell’incredulità generale, riuscì a lanciare l’allarme al governo e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, facendo adottare misure di sicurezza straordinarie.

Pochi giorni dopo, durante un volo, Carlo si sentì febbricitante e capì immediatamente di essere stato contagiato. All’atterraggio si fece ricoverare in quarantena. Non poté più rivedere i suoi tre figli, né salutare la moglie. Morì dopo 19 giorni di isolamento. Grazie al suo sacrificio, il Vietnam fu il primo paese asiatico a dichiarare la malattia debellata. La dedizione di Carlo Urbani permise di salvare migliaia di vite.

Il suo sacrificio e la sua straordinaria dedizione rimarranno un esempio indelebile di coraggio e altruismo. La storia di Carlo Urbani ci ricorda l’importanza del sacrificio personale per il bene comune e la necessità di avere medici e scienziati disposti a mettere a rischio la propria vita per proteggere quella degli altri.

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