“Mi chiamo Giulio”

una riflessione sull'inclusione scolastica

Mi chiamo Giulio, ho 14 anni, sono affetto da autismo, ma sono anche “altro”!!! Con queste parole, Giulio, un ragazzo autistico di 14 anni, ha condiviso la sua delusione per essere stato escluso da una gita scolastica. La sua classe era in gita, ma Giulio no. Nessuno ha avvertito la sua famiglia, e così ieri mattina, come ogni giorno, Giulio si è presentato a scuola, solo per scoprire di essere rimasto da solo.

La scuola si è giustificata dicendo che le ultime gite non erano state ritenute “adatte” a Giulio, e quindi è stata considerata ovvia la sua esclusione anche da questa gita. Tuttavia, questa decisione non è affatto scontata. Non è scontato che un adolescente autistico debba essere emarginato dalle attività ricreative. Non è scontato che una famiglia debba rassegnarsi a una condanna per “diversità”. Non è scontato che Giulio debba abituarsi all’idea di essere figlio di un Dio minore, a conoscere l’amaro sapore dell’umiliazione, e a rinunciare a vivere certe emozioni per non alterare un equilibrio preconfezionato.

Il post di Giulio mette in luce una realtà triste e ingiusta. Nel 2016, e ancora oggi, l’inclusione scolastica per i ragazzi con disabilità è un diritto fondamentale che troppo spesso viene ignorato. Il 2 aprile è stata celebrata la Giornata mondiale dedicata all’autismo, un’occasione per riflettere sull’importanza dell’inclusione e della sensibilizzazione. Ma non deve essere solo una data sul calendario.

Le emozioni e le esperienze di Giulio sono importanti quanto quelle di qualsiasi altro studente. Privarlo di queste esperienze significa negargli il diritto di essere parte integrante della sua comunità scolastica. Le scuole devono fare di più per garantire che tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro abilità, abbiano accesso alle stesse opportunità.

La storia di Giulio ci ricorda l’importanza di combattere per un’educazione inclusiva e per una società che riconosca e rispetti le diversità. Dobbiamo assicurarci che nessun bambino venga lasciato indietro e che tutti abbiano la possibilità di partecipare pienamente alla vita scolastica e comunitaria.

Grazie, Giulio, per aver condiviso la tua storia e per averci ricordato l’importanza dell’inclusione e del rispetto. La tua voce è fondamentale per costruire un futuro migliore per tutti.

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