Ieri, Pina Maisano, figura emblematica della resistenza alla mafia, si è spenta, lasciando un’eredità di coraggio e determinazione nella battaglia per la giustizia.
La vita di Pina Maisano cambiò radicalmente nel 1991, quando suo marito, Libero Grassi, venne assassinato da Cosa Nostra. Libero Grassi era un commerciante siciliano, ma soprattutto un uomo “libero”. Si ribellò pubblicamente al pizzo imposto dalla cosca locale, pagando con la sua vita questa coraggiosa scelta. La tragica morte di Libero segnò un punto di svolta per Pina, che decise di portare avanti la sua battaglia.
Dopo l’uccisione del marito, Pina Maisano continuò con coraggio e determinazione la battaglia di civiltà e giustizia iniziata da Libero. Nonostante l’immenso dolore, Pina condivise pienamente la scelta di Libero di dire “no” al racket e al sistema mafioso. La sua vita diventò un faro di speranza e di forza per molti imprenditori, sostenendoli nella lotta contro le imposizioni mafiose.
Dentro e fuori le istituzioni, Pina si impegnò instancabilmente per l’affermazione di un’idea di legalità, di economia libera e trasparente. Donò forza ed entusiasmo a molti imprenditori, affinché nessuno rischiasse di essere abbandonato nella lotta contro la mafia, come accadde a Libero. La sua azione non si limitava alla denuncia del sistema mafioso, ma mirava anche a costruire un tessuto economico e sociale basato sulla legalità e sul rispetto delle regole.
Adesso, Pina Maisano non c’è più, ma la sua lezione di vita e di coraggio non potrà mai essere dimenticata. Il suo impegno e la sua forza continueranno a ispirare chi lotta per una società più giusta e libera dal giogo della criminalità organizzata. Il suo esempio ci ricorda che la battaglia contro la mafia è possibile e necessaria, e che il coraggio di pochi può fare la differenza per molti.