Carlo Grossi, con una divisa piena di stemmi e un cuore colmo di coraggio, ha dedicato la sua vita al soccorso. Dal lontano 1981, opera come infermiere presso l’ospedale di Amatrice, e in qualità di volontario, è sempre stato in prima linea durante le emergenze. Ha affrontato calamità come il terremoto di Norcia del 1979, quello dell’Aquila e l’ultimo devastante evento in Emilia nel 2012, dimostrando una rara solidarietà.
L’ultima tragedia: il terremoto di Amatrice
L’ultimo disastro che ha colpito Amatrice ha messo a dura prova Carlo. Dopo essersi trasferito a Fara Sabina a seguito del divorzio, è immediatamente tornato ad Amatrice accompagnato dal suo cane addestrato, Laga, per dare il suo contributo. La scena che si è trovato di fronte era catastrofica. La sua abitazione al civico 56 di via Madonna della Porta era ridotta in macerie. In un attimo, la consapevolezza della tragedia lo ha travolto: la sua ex moglie e il resto della famiglia erano sotto quei detriti.
Il coraggio di scavare tra le macerie
Con l’aiuto del fedele Laga, addestrato nel ritrovamento di corpi, Carlo ha iniziato a scavare a mani nude. Tra le macerie, ha ritrovato la sua ex moglie Lucia ancora viva, ma gravemente ferita. Poco dopo, Laga ha segnalato un altro punto dove Carlo ha trovato il corpo senza vita della figlia 21enne, Anna. Il dolore non si è fermato lì: il cane ha poi condotto Carlo al corpo di Franco, il figlio 23enne, anche lui privo di vita.
La missione continua nonostante il dolore personale
Nonostante il dramma personale, Carlo ha mostrato una straordinaria lucidità. Ha portato i corpi dei suoi cari al primo punto di raccolta, identificandoli con nome, cognome e data di nascita, prima di tornare a soccorrere altri disperati. Con il cuore pieno di dolore, ha richiamato a sé Laga e ha continuato a lavorare con dedizione e generosità, aiutando altri colpiti dal terremoto.
Un esempio di dedizione e sacrificio
Oggi, a quattro giorni dalla tragedia, Carlo e Laga sono ancora sul campo, impegnati nell’opera di soccorso. La loro dedizione non si spegnerà con l’attenzione mediatica. Anche quando i riflettori si sposteranno e la quotidianità riprenderà, Carlo continuerà a fronteggiare il suo dolore, mantenendo vivo il suo impegno per gli altri.