Maurizio Di Francescantonio

Quello che vedete nell'immagine è Maurizio Di Francescantonio. È stordito, quasi incosciente, non ha neppure la forza di rialzarsi da terra. Attorno a lui il vuoto. Quel vagone della metro capitolina è stato appena teatro di una brutale aggressione ai danni di Maurizio, 37enne di Roma, e di sua madre, Elena Vazzaz, 60 anni

Maurizio ha appena rimproverato due giovani che fumavano all’interno del mezzo, incuranti di ogni norma e del rispetto nei confronti degli altri passeggeri. I due, pregiudicati poco più che ventenni, hanno risposto con folle ferocia. Maurizio ed Elena sono stati pestati a sangue. I tanti presenti, attoniti davanti a tale barbarie, sono fuggiti senza riuscire a muovere un dito.

Oggi fioccano le polemiche. In molti criticano l’indifferenza e il mancato coraggio dei passeggeri, digitando dalla tastiera i vari “se ci fossi stato io…”. Quello che noi ci chiediamo è perché? Perché una persona perbene dovrebbe essere abituata a menar le mani? Perché un padre di famiglia, uno studente o un pensionato dovrebbero essere pronti a scendere sul ring ed affrontare il primo bestione il cui valore della vita rasenta lo zero?

Il nostro plauso va a Maurizio e a sua madre, il cui coraggio è senza dubbio encomiabile. Ma affinché le persone perbene non debbano necessariamente sporcarsi – cuore e mani – o scendere al bieco compromesso della violenza, è bene che la società sia più vigile e presente, pronta a tutelare chi GIUSTAMENTE ha paura e preferisce usare le mani per scopi più umani.

Grazie, Maurizio ed Elena, per il vostro coraggio.

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