L’altra notte, György viaggiava con sua moglie Erica e i due figli Balazs e Laura a bordo di un autobus che, dopo essersi schiantato contro un pilone nei pressi di Verona, ha preso fuoco. Erano di ritorno da una gita sulle montagne francesi, transitando in Italia per tornare in Ungheria. Un colpo di sonno dell’autista o un guasto meccanico sono tra le possibili cause ancora da definire. Ciò che è tristemente chiaro è che in pochi istanti si è scatenato l’inferno, con 16 persone, la maggior parte liceali tra i 14 e i 18 anni, che hanno perso la vita nelle lamiere.
György, però, non ha mai smesso di lottare. Tra urla, panico e fiamme, nonostante fosse riuscito a mettersi in salvo, è rientrato nel bus in fiamme più volte, trascinando fuori i ragazzi uno ad uno. Molti di questi giovani devono la loro vita a György. Tuttavia, il suo eroismo non è riuscito a salvare i suoi due figli, Balazs e Laura.
Oggi, György farà ritorno in Ungheria con un volo di stato, portando con sé ferite profonde non solo sul viso, la schiena e una gamba, ma soprattutto nell’anima. Per noi, György è un eroe, e preghiamo affinché le tante vite salvate possano dare a lui e a sua moglie il coraggio di andare avanti.