Nato a Imperia, originario di Bosa (Oristano) e residente a Dubino (Sondrio), Francesco amava il suo lavoro con dedizione. Entrato in polizia nel 2009, ha realizzato il sogno che suo padre Giovanni Maria gli aveva trasmesso. Era orgoglioso della sua divisa e dell’encomio ricevuto nel 2014.
Due giorni fa, mentre era in servizio, Francesco ha ricevuto una segnalazione: un Fiorino con tre persone a bordo era stato individuato come rubato. Nonostante l’alt imposto dagli agenti, il furgone non si è fermato, scatenando un inseguimento. Francesco ha cercato di fermare il veicolo, riuscendoci sul new jersey della Superstrada 36 di Colico. Nella successiva colluttazione con il conducente, un moldavo di 25 anni, entrambi sono precipitati dal cavalcavia, cadendo da un’altezza di dieci metri.
Nonostante i soccorsi e la corsa in ospedale, Francesco non è sopravvissuto alle gravi ferite riportate. La sua famiglia è subito partita per la Lombardia per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Al suo capezzale c’era la compagna Anna, che ora dovrà spiegare alla loro figlia di nove mesi che il papà non c’è più. Le racconterà che Francesco amava il suo lavoro, credeva nella sua missione e dava tutto se stesso. Le dirà che avrebbe potuto arrendersi, ma ha scelto di andare fino in fondo, seguendo i principi appresi in anni di carriera.
Francesco è morto facendo il suo lavoro, con coraggio e dedizione fino all’ultimo istante. Il mondo ha perso un eroe, perché chi lavora costantemente per migliorare la società, partendo dalle piccole realtà, merita questo titolo.
Grazie Francesco, per il tuo sacrificio e il tuo impegno nel rendere il mondo un posto migliore.