Questa decisione, inattesa e improvvisata, è stata una scelta di cuore, non una passerella. Baggio ha trascorso il suo compleanno pranzando con sfollati e volontari, visitando bambini nelle scuole. La sua visita ha toccato prima Amatrice e poi Norcia, riportando l’attenzione su zone che da tempo non riempiono più le prime pagine dei giornali.
Con sensibilità, discrezione e grande umanità, Baggio ha camminato tra le macerie, guardando negli occhi le persone rimaste lì, legate al loro paese fantasma con amore e tenacia. Le lacrime di Roberto, in questo contesto, erano diverse da quelle versate durante il mondiale USA ’94. Erano le lacrime di un uomo, profondamente colpito dalla sofferenza e dalla resilienza di queste comunità.
Grazie a Roberto Baggio, leggenda sia dentro che fuori dal campo, per aver acceso nuovamente i riflettori su una realtà che non deve essere dimenticata. La sua presenza ha offerto un momento di conforto e speranza a chi vive ancora quotidianamente le difficoltà post-terremoto.