Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Capitano Ultimo, è un simbolo della lotta contro la mafia in Italia. Per anni, Capitano del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) e fondatore del CRIMOR (Unità Militare Combattente) di Palermo, De Caprio ha guidato operazioni cruciali nella lotta alla criminalità organizzata. Il suo nome è indissolubilmente legato all’arresto del boss di Cosa Nostra, Totò Riina, il 15 gennaio 1993.
Durante la caccia a Bernardo Provenzano, De Caprio entrò in disaccordo con i vertici del ROS e fu trasferito al NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri), dove ha condotto importanti inchieste, tra cui quella sulla discarica di Malagrotta. Nonostante il cambiamento di incarico, Capitano Ultimo ha continuato a dimostrare la sua dedizione alla giustizia e alla legalità.
Negli ultimi anni, De Caprio ha aperto una casa famiglia a Roma per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine. Questo progetto dimostra il suo impegno non solo nella repressione del crimine, ma anche nella prevenzione e nel sostegno alle nuove generazioni.
Nonostante i suoi successi e il suo impegno, il 4 agosto 2015 De Caprio è stato sollevato a sorpresa dalla guida operativa del NOE, con una lettera che non forniva spiegazioni dettagliate, ma citava “motivi strategici”. Questo atto ha suscitato sconcerto e polemiche, ma non ha intaccato la sua reputazione di uomo onesto e integerrimo.
Grazie Capitano Ultimo. Eroe scomodo, uomo onesto, Persona PerBene, il tuo impegno continua a ispirare e a dimostrare il valore della lotta per la giustizia e la legalità.