Gianpietro Ghidini è il padre di Emanuele, un adolescente di 16 anni che, come molti della sua età, affrontava dubbi e debolezze. La sera del 24 novembre 2013, Emanuele uscì con amici più grandi e, spinto dalla curiosità e dalla vulnerabilità tipica degli adolescenti, decise di provare un “francobollo”, un acido offerto da uno dei ragazzi. “Che vuoi che mi succeda, lo fanno tutti”, pensò Emanuele. Purtroppo, quella decisione si trasformò in tragedia.
L’effetto dell’acido provocò in Emanuele una profonda angoscia e paranoia. In uno stato di confusione totale, guardò il fiume Chiese, nel Bresciano, e si gettò in acqua, nello stesso punto dove, anni prima, aveva liberato un pesciolino rosso con suo padre. Per Emanuele non ci fu scampo.
Il dolore per la perdita del figlio devastò Gianpietro, gettandolo in un abisso di disperazione. Tuttavia, una notte, sognò di tirare fuori Emanuele dall’acqua, un momento che gli fece capire che, nonostante il dolore lo avrebbe accompagnato per sempre, poteva trovare un modo per dare un senso a quella tragedia. Così nacque la Fondazione Ema.Pesciolinorosso, dedicata a prevenire simili tragedie tra i giovani.
Gianpietro scrisse il libro “Lasciami Volare”, rivolto ai padri che trovano difficile comunicare con i propri figli. Ha iniziato a condividere la sua esperienza in televisione e a tenere incontri nelle scuole, sensibilizzando i giovani sui pericoli delle droghe. Inoltre, ha organizzato un giro d’Italia in bici con alcuni ragazzi, un’iniziativa volta a promuovere uno stile di vita sano e consapevole.
A due anni dalla scomparsa di Emanuele, Gianpietro ha trovato un senso nella sua missione, trasformando una fine tragica in un’opportunità di salvezza per altri ragazzi. Il suo coraggio e la sua determinazione sono diventati un esempio di resilienza e dignità.
Grazie Gianpietro. Esempio di coraggio, maestro di dignità, Persona PerBene.