Nunzio Orazio Scicolone, un vigile del fuoco di Gela, è sempre stato un omone al servizio della comunità, considerato una colonna portante per i vigili del fuoco, e un punto di riferimento nelle operazioni più difficili. Per 24 anni ha salvato vite umane con passione e professionalità, fino a qualche settimana fa, quando il destino ha voluto che anche il suo ultimo gesto risultasse foriero d’amore, proprio come la sua intera esistenza.
Nunzio è stato colto da un’emorragia cerebrale che lo ha strappato per sempre all’affetto dei suoi cari. Dopo dieci giorni di coma e la sopravvenuta morte cerebrale, la famiglia ha deciso di rendere omaggio allo splendido percorso di vita dell’uomo, acconsentendo all’espianto degli organi. Cuore, fegato, cornee e reni sono stati prelevati per dare speranza ad altri esseri umani colpiti da un destino avverso, come quello che ha portato via Nunzio.
Nunzio aveva da poco festeggiato 25 anni di matrimonio con Silvana, che oggi si dice orgogliosa dell’uomo che, conosciuto a 16 anni, è diventato suo marito. Lo chiamavano “il gigante buono”, perché dietro quella imponente mole si nascondeva una persona dolce e gentile, che non smetteva mai di sorridere.
Quando la vita sembrava averlo sconfitto, Nunzio ha trovato il modo di ribaltare la situazione, diventando l’eroe che con il suo sacrificio ha ridato nuova luce a chi sembrava perduto. Grazie a lui, ora dieci anime torneranno a brillare, e l’amore verso il prossimo che ha saputo insegnarci resterà scolpito nella memoria come un prezioso tesoro.
La quotidianità è fatta anche di questo: di persone normali che, con i loro gesti, seppur dolorosi, riescono a sconfiggere la morte, regalando amore un’ultima volta.
Grazie, Nunzio, per il tuo ultimo gesto di immenso amore e per la tua vita dedicata agli altri.