Abdoulaye Mbodj, noto a tutti come Abdou, è il figlio di Alì, un senegalese arrivato in Italia negli anni ’80 con una valigia piena di progetti e aspettative. La vita a Milano non era affatto facile per Alì, che passava le giornate vendendo accendini ai passanti, incarnando il classico cliché del vu cumprà. Ma in lui c’era molto di più.
Alì aveva lasciato la sua famiglia in Senegal con una promessa: cercare un futuro migliore per tutti loro. Nonostante le avversità, la fame e il freddo, Alì non si è mai arreso. Oggi lavora come operaio, sua moglie fa la domestica, e insieme vivono alle porte di Lodi. Ma il loro orgoglio più grande sono i tre figli, allevati con amore e sacrifici.
Tra di loro ci sono un perito agrario, un ingegnere civile e Abdou, il primo avvocato africano del foro di Milano, un esempio vivente di un’Italia che accoglie e non esclude. Abdou, oggi 31enne, racconta di non essersi mai sentito discriminato, né a scuola né negli ambienti di lavoro. La sua storia è una testimonianza di come la fratellanza possa superare i confini nazionali.
La famiglia Mbodj è stata sostenuta da molte persone che hanno creduto in loro, proprio come Alì ha fatto con i suoi figli. Un uomo ha offerto ad Alì un lavoro, trasformando le sue speranze in realtà. Abdou, con il sostegno della comunità, è riuscito a realizzare il sogno di diventare avvocato, un traguardo che rappresenta il coronamento degli sforzi di tutta la famiglia.
Abdou e la sua famiglia sono un esempio di integrazione riuscita, di sogni realizzati grazie alla determinazione e al supporto reciproco. La loro storia ci ricorda l’importanza di accogliere e sostenere chi cerca una vita migliore, dimostrando che l’Italia può essere un paese di opportunità per tutti.
Grazie Abdou, per il tuo esempio di determinazione e integrazione. La tua storia ispira e dimostra che i sogni possono diventare realtà.