Pio La Torre

Pio La Torre, parlamentare del Partito Comunista Italiano, dedicò la sua vita alla lotta per la giustizia sociale e contro la criminalità organizzata, lasciando un segno indelebile nella storia italiana

Nato in una povera famiglia contadina nella borgata palermitana di Altarello di Baida, Pio La Torre iniziò giovanissimo a fare politica, aderendo al movimento di occupazione delle terre nella zona di Corleone, mosso da un ideale di giustizia e riscatto sociale. Nel 1963, venne eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana e, nel 1969, si trasferì a Roma per dirigere la Commissione Agraria e poi quella meridionale. Le sue doti politiche e la sua passione lo portarono alla ribalta, e Enrico Berlinguer lo introdusse nella Segreteria nazionale di Botteghe Oscure.

In parlamento, La Torre fu il promotore della legge Rognoni-La Torre, che introdusse il reato di associazione mafiosa (Art. 416 Bis C.P.) e le misure patrimoniali contro l’accumulazione illecita di capitali. Questo importante testo legislativo fu formulato con l’aiuto dei giovani magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Dopo l’esperienza a Roma, nel 1981 La Torre tornò in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Qui, iniziò una dura lotta contro la costruzione della base missilistica a Comiso, raccogliendo un milione di firme per una petizione al Governo. Sostenne anche la nomina di Carlo Alberto Dalla Chiesa a prefetto di Palermo, avvertendo un clima di forte tensione attorno a lui. Nonostante si procurasse una pistola per difendersi, non ebbe mai il tempo di usarla.

Il 30 aprile 1982, Pio La Torre si stava dirigendo verso la sede palermitana del partito a bordo della sua Fiat 132, accompagnato dal collega Rosario Di Salvo. In via Turba, furono raggiunti da una moto con due uomini armati che esplosero decine di colpi, uccidendo La Torre all’istante e Di Salvo dopo un tentativo di resistenza. L’omicidio, inizialmente rivendicato dai Gruppi proletari organizzati, fu poi attribuito alla mafia, con il coinvolgimento diretto di Totò Riina, come rivelato dal pentito Leonardo Messina nel 1992.

A 35 anni di distanza, ricordiamo Pio La Torre per il suo impegno instancabile e il suo coraggio nella lotta contro la criminalità organizzata e per i diritti dei più deboli. La sua passione politica e i suoi grandi valori morali e sociali lo hanno accompagnato fino all’estremo sacrificio, lasciando un’eredità che continua a ispirare.

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