Beppe non fa parte della macchina dei soccorsi ufficiali. È “solo” un cittadino dal grande cuore che ha deciso di prestare assistenza agli abitanti delle zone colpite. Da domenica, Beppe è stato visto lavorare fianco a fianco con i soccorritori, tentando di rendersi utile in ogni modo possibile. Ha teso la mano agli abitanti messi in ginocchio dalle fiamme, diventando per molti il volto della speranza. Per chi ha perso casa e ricordi, è stato una spalla su cui piangere. Ha aiutato anche i ragazzi di Veterinaria al polo universitario dell’Annunziata a mettere in sicurezza la struttura e a salvare gli animali.
Beppe ha documentato in tempo reale la tragica situazione di Messina, mostrando al mondo quanto stava accadendo. La sua determinazione l’ha portato faccia a faccia con i responsabili di questa atrocità. Ha visto con i propri occhi due malviventi appiccare il fuoco in collina, una scena che difficilmente dimenticherà.
Nonostante il suo impegno e il coraggio dimostrato, Beppe non vuole essere definito un eroe. Vive con la convinzione di aver fatto solo il suo dovere. Tuttavia, le sue azioni parlano da sole. Ha agito prontamente, ha preso in mano la situazione e ha dato un contributo significativo alla sua comunità in un momento di crisi.
Eroe o no, ciò che definisce Beppe non è una parola, ma i gesti che ha compiuto. Le sue azioni, il suo coraggio e la sua dedizione resteranno per sempre impressi nei cuori di chi ha aiutato.