A gennaio, un tragico episodio ha segnato la comunità: un proiettile vagante ferì una bambina al mercato, un colpo destinato a chi non aveva pagato il pizzo. Questo incidente spaventoso ha spinto Ciro a far sentire la sua voce contro la violenza e l’oppressione della camorra. Ha gridato il disagio della gente comune, delle mamme preoccupate per la sicurezza dei loro figli e dei commercianti costretti a vivere nella paura.
Ciro è diventato il volto della resistenza civile, rappresentando quella parte di Napoli che lotta per l’onestà e la giustizia. Tuttavia, la sua coraggiosa denuncia non è stata senza conseguenze. Un giorno, entrando nella sua salumeria, trovò il bancone distrutto. Questo atto intimidatorio ha segnato l’inizio di un periodo buio per Ciro, durante il quale il suo negozio è rimasto deserto e l’isolamento si è fatto sentire.
Senza il supporto delle istituzioni e con la clientela che diminuiva, Ciro ha dovuto prendere una decisione difficile ma necessaria: chiudere la saracinesca della sua salumeria e cercare lavoro lontano dalla Duchesca. Nonostante tutto, Ciro rifiuta di essere definito un eroe. Per lui, ha fatto semplicemente ciò che ogni cittadino dovrebbe fare di fronte alla criminalità.
Ciro lascia Napoli, ma non come sconfitto. Può camminare a testa alta, consapevole di aver fatto la cosa giusta per sé, per la sua famiglia e per la sua città. Il suo gesto di denuncia e resistenza rimarrà un esempio di immenso coraggio e integrità, un monito che non tutti sono disposti a scendere a compromessi con la criminalità.