Già in passato, nelle vesti di commissario, aveva stanziato i fondi per demolire gli edifici abusivi, un nervo scoperto per il comune agrigentino che conta, su 38mila abitanti, ben 17mila immobili irregolari.
Maria Grazia Brandara ha accettato questa sfida con coraggio. Il suo obiettivo è far emergere la Licata delle persone oneste e perbene, spesso oscurate da una cronaca che racconta solo il lato compromesso della città. Negli ultimi giorni, però, la tensione è aumentata notevolmente. Una lettera minatoria, recapitata direttamente alla Casa Comunale, conteneva una foto di una bara vuota e minacce inequivocabili: “Rischiati a toccare le nostre case e sei morta, ti sgozziamo viva, fai una sola cosa contro di noi e ti scanniamo. Sappiamo dove abiti a Palermo in via… e dove abiti a Naro. Ti seguiamo e ti controlliamo a vista”.
Il pensiero di Maria Grazia è andato immediatamente alla sua famiglia. La presenza nella lettera dei suoi indirizzi privati – sconosciuti al pubblico – le ha gelato il sangue. Ha contemplato l’idea di rinunciare e si è presa qualche giorno per riflettere. Poi, quando la rinuncia sembrava imminente, ha rotto il silenzio con una dichiarazione forte: “Vado avanti con rinnovato impegno e con tutto l’amore che la città merita”.
In un mondo invaso da soprusi e corruzione, la storia di Maria Grazia Brandara rappresenta uno spiraglio di luce. Il suo impegno e la sua determinazione sono un esempio di speranza per chi ancora crede che la legalità possa prevalere. La sua decisione di continuare nonostante le minacce è un atto di grande coraggio che ispira fiducia e rispetto.