Qualcosa però è cambiato. Stanca di trattare numeri e software, Luciana ha deciso di lasciare la “stanza dei bottoni” per dedicarsi a una diversa forma di ricchezza: quella interiore. Dopo un’esperienza di volontariato in Brasile, è tornata nella sua Lecce con un nuovo obiettivo: aiutare chi ne ha davvero bisogno e restituire parte della fortuna conquistata nella sua “vita precedente”.
Nel 2007, Luciana ha fondato “Officina Creativa” e il marchio “Made in Carcere”, un progetto che ha dato lavoro e speranza a centinaia di donne detenute tra Lecce, Trani e recentemente Matera. Questo progetto ha trasformato le detenute in sarte professioniste, producendo braccialetti, borse, sciarpe e altri accessori. Ogni lavoratrice è assunta con un contratto regolare, ferie, CUD e TFR, garantendo loro dignità e un’opportunità di riscatto.
Il sogno di Luciana non si ferma qui. Dopo i successi ottenuti con le case circondariali, ha esteso il suo impegno all’istituto penale minorile di Bari, dove ha avviato un laboratorio di pasticceria per la produzione di biscotti senza uova e senza latte. Questo progetto mira a valorizzare le persone ai margini della società, offrendo loro una nuova prospettiva di vita.
Nonostante le difficoltà, tra perplessità, ostacoli e burocrazie, Luciana procede con tenacia e determinazione. La sua esperienza come top manager le ha conferito le competenze necessarie per superare queste sfide e continuare a fare la differenza.
Luciana descrive la sua decisione come “tanto improvvisa quanto incosciente”, ma scopre che all’interno delle carceri esistono vere e proprie palestre di vita, dove scompaiono le sovrastrutture mentali e gli aspetti futili. La sua filosofia è chiara: “dare e darsi è la nuova frontiera della ricchezza”.