Nel villaggio africano dove è nata, esiste una regola crudele: i bambini con malformazioni vengono abbandonati nella foresta, lasciati in balia degli animali selvatici. Nhimadè avrebbe incontrato questo tragico destino se sua madre, Nita, non si fosse ribellata a questa terribile usanza. Nita ha mentito sulle sue intenzioni, convincendo il padre della bambina che l’avrebbe portata nella foresta, ma invece ha attraversato il fiume con una canoa, consegnando la figlia a una suora in un villaggio vicino.
Per nove anni, Nhimadè ha vissuto in questo villaggio, nascosta da tutti, fino all’arrivo degli “Amici della Missione”. Matteo ha incontrato Nhimadè per la prima volta vedendola saltellare sulle mani e tirargli la giacca. Capì subito che senza aiuto, il futuro della bambina sarebbe stato segnato.
Ritornato in Italia, Matteo ha organizzato un concerto a Riposto con artisti del calibro di Franco Battiato, raccogliendo fondi per portare Nhimadè a Valencia. In Spagna, grazie a una sua amica, ha trovato un ortopedico disposto a operarla gratuitamente. Dopo otto mesi di riabilitazione, la bambina ha iniziato a camminare con le stampelle.
Ma la storia di Matteo e Nhimadè non finisce qui. Matteo è diventato il suo tutore e ha incontrato Rosario Gagliano, direttore tecnico del Centro ortopedico Ro.Ga. di Enna. Gagliano ha realizzato protesi di ultima generazione per Nhimadè e ha seguito personalmente la sua riabilitazione per un mese. Ha promesso di fornirle nuovi impianti e supporto continuo fino alla maggiore età.
Nel frattempo, Nhimadè deve fare avanti e indietro tra la Sicilia e la Guinea Bissau per la riabilitazione continua, viaggi costosi finanziati grazie agli sforzi di raccolta fondi di Matteo. Oggi, Nhimadè cammina e balla come gli altri bambini della sua età, e per Matteo, non esiste gratificazione più grande.