Giacomo Sintini

Giacomo "Jack" Sintini è un ex campione di pallavolo che ha ispirato molti con la sua storia di lotta e rinascita. Originario di Ravenna, Jack ha iniziato la sua carriera sportiva nel volley, debuttando in serie A1 a soli 18 anni e partecipando a 13 campionati consecutivi con la maglia azzurra

Il 1 giugno 2011, la sua vita ha subito una drammatica svolta. Un dolore tra la scapola e l’ascella si è rivelato essere un linfoma non Hodgkin a grandi cellule B diffuso, di alto grado di malignità, al quarto stadio. Iniziando un difficile percorso di cure nel reparto di Ematologia Oncologica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, Jack ha affrontato terapie intensive culminate con un auto-trapianto di midollo osseo.

Durante questi anni bui, Jack ha trovato la forza di non arrendersi grazie all’amore per la sua famiglia, la fede e il sogno di tornare a giocare. Dopo un lungo periodo di cure, nel 2012 ha riottenuto l’idoneità sportiva e ha firmato un contratto con la Diatec Trentino. Il suo ritorno in campo è stato trionfale: nella stagione 2012-2013 ha conquistato diversi trofei, culminati con la finale scudetto del 12 maggio, dove è stato nominato MVP della partita.

Non dimenticando mai il suo percorso di sofferenza e speranza, Jack ha fondato un’associazione che raccoglie fondi per la ricerca contro il cancro e offre assistenza ai pazienti oncologici. La sua organizzazione è in prima linea nel sostenere chi, come lui, lotta contro la malattia, trovando ispirazione nella sua storia di resilienza.

Durante il periodo natalizio, Jack si è fatto portavoce dei desideri dei piccoli pazienti del reparto di oncologia ed ematologia dell’Ospedale di Perugia. Grazie al progetto “Regala un Sorriso per Natale”, i bambini ricoverati hanno ricevuto doni da “Babbo Natale” in persona, un’iniziativa che porta gioia e speranza ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.

Il lavoro di Jack non è semplice, né dal punto di vista pratico né emotivo, ma la sua determinazione è alimentata dai sorrisi dei bambini. Offre loro un po’ di serenità e li motiva a combattere per la guarigione, un obiettivo a cui non devono mai smettere di credere.

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