Dino Tripodi

Dino Tripodi, meccanico di Buccinasco e allenatore di calcio a Piacenza, ha salvato la vita di un giovane calciatore grazie al suo coraggio e alla sua prontezza

Dino Tripodi, 49 anni, vive a Buccinasco e lavora come meccanico a Piacenza, percorrendo ogni giorno ben 80 km. Nonostante il lavoro impegnativo, dedica le sue serate e i weekend alla sua passione per il calcio, allenando i bambini della storica società sportiva GS Assago 1968 da nove anni. Questo impegno comporta molti sacrifici, ma Dino lo porta avanti con rara dedizione.

Un giorno come tanti, Dino si trova nei pressi di un campetto da calcio dove alcuni bambini si stanno allenando. È l’ora di pranzo e gli spalti sono vuoti. Mentre è al telefono, un urlo cattura la sua attenzione: “Aiuto, il mio amico sta morendo”. Dino si precipita in campo e vede un ragazzino di 12 anni a terra, privo di sensi e con la faccia nell’erba. Il ragazzo non risponde, sembra paralizzato. Dino, terrorizzato ma consapevole che non c’è un attimo da perdere, lo gira e nota che ha gli occhi chiusi, la mascella serrata e la bava alla bocca.

Grazie al corso di primo soccorso che ha seguito per completarsi come allenatore, Dino riesce a mantenere la calma e prendere in mano la situazione. Inizia a praticare il massaggio cardiaco, ripetendo ad ogni colpo “svegliati, ti prego, svegliati”. Dopo minuti interminabili, il ragazzo spalanca gli occhi, riprendendo conoscenza. Dino viene pervaso da un brivido indescrivibile. Quando l’ambulanza arriva e il bambino è fuori pericolo, Dino si inginocchia a terra con le mani sul viso, l’adrenalina che scende e lascia spazio a una gioia profonda.

Per tutti è un eroe: per il sindaco di Buccinasco, per i genitori del ragazzo, per tutti i presenti. Tuttavia, Dino non accetta questo appellativo. Ha pensato che in quel campetto, con la faccia nell’erba, poteva esserci uno dei suoi due figli. Sostiene di aver agito come avrebbe fatto chiunque al suo posto, niente di più.

Al di là di qualsiasi etichetta, Dino Tripodi è una persona straordinaria. Grazie, Dino, per il tuo coraggio e la tua dedizione.

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