Loretta Emiri

Loretta Emiri, nata in Umbria nel 1947, ha trascorso gran parte della sua vita nella foresta amazzonica, lavorando con gli Yanomami e imparando da loro quanto poco l'uomo abbia realmente bisogno per vivere dignitosamente. Circa quarant'anni fa, decise di partire per il Brasile, unendosi a un gruppo di missionari impegnati in un progetto di alfabetizzazione per adulti

Stabilitasi a Roraima, Loretta ha vissuto a stretto contatto con gli indigeni, in un periodo in cui gli Yanomami subivano continui soprusi da parte dei bianchi, assetati di oro e legname. Nei primi anni, ha fornito assistenza sanitaria e avviato il progetto “Piano di Coscientizzazione”, con l’obiettivo di dotare gli indigeni di nuove conoscenze e strumenti per difendersi dal mondo “civilizzato”.

La base del processo era l’alfabetizzazione. Loretta si è stabilita a Boa Vista, dedicandosi alla formazione politico-professionale dei maestri indigeni e cercando di sensibilizzare la popolazione locale, spesso intrisa di preconcetti razzisti. Ha viaggiato fino a Brasilia, per raggiungere i villaggi indigeni e impartire corsi di formazione per maestri di varie etnie.

Con il passare del tempo, Loretta ha capito che non era lei a educare gli indigeni, bensì il contrario. Figlia di un Occidente intossicato dal consumismo, ha realizzato quanto gli uomini “civili” siano lontani dalla riflessione, dai sentimenti e dalle vere emozioni. La serenità degli Yanomami l’ha portata alla consapevolezza di quante poche cose siano realmente necessarie per vivere con dignità. Ha imparato che la diversità è una fonte di ricchezza, non un bersaglio da sfruttare.

Il Sudamerica è stato per Loretta un fiume di ispirazione. Ha scritto numerosi libri tracciando il percorso del suo intimo vissuto, dal distacco da un passato di superficiale normalità alla scoperta di un nuovo mondo interiore. Tornata infine in Italia, ha trovato difficile riconoscersi in quel guscio di apparente sicurezza che una volta chiamava casa.

Loretta partì quarant’anni fa per ritrovare sé stessa, persa nel futile tran tran del consumismo occidentale. Incontrando gli Yanomami, ha assaporato il vero senso dell’esistenza, riflesso nella purezza dei loro occhi.

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