Otto vittime italiane del volo Ethiopian Airlines

Come ormai è tristemente noto, sono otto le vittime italiane del volo dell’Ethiopian Airlines diretto a Nairobi, precipitato ieri mattina. Tra queste, figure di grande rilievo nel mondo della cultura, della cooperazione internazionale e dello sviluppo umano

Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia, era diretto a Malindi, in Kenia, per una conferenza internazionale promossa dall’Unesco. Paolo Dieci, presidente della ong Cisp (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli) e rete LinK 2007, rappresentava una colonna portante del mondo del Terzo Settore.

Carlo Spini, medico e presidente di Africa Tremila Onlus, e la moglie Gabriella Vigiani, infermiera caposala in pensione, erano in viaggio per raggiungere un ospedale che la loro onlus sta costruendo a Juba, in Sud Sudan. Con loro c’era anche Matteo Ravasio, commercialista e tesoriere dell’organizzazione.

Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti, rispettivamente di 31 e 26 anni, lavoravano per il World Food Programme, dedicando le loro vite ai Paesi del Terzo Mondo. Rosemary Mumbi, zambiana con passaporto italiano, si era trasferita da pochi mesi a Roma, dove lavorava alla sede della Fao in viale Aventino.

In quell’aereo hanno perso la vita uomini e donne capaci di lasciare un’impronta indelebile nel mondo della cultura e della solidarietà. Persone che hanno messo il loro impegno professionale e di vita al servizio della cultura della cooperazione e dello sviluppo umano. Uomini e donne di cui il nostro Paese deve essere orgoglioso.

In quell’aereo hanno perso la vita otto persone perbene.

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