Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido

Quattro anni fa, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido, tre vigili del fuoco, persero la vita mentre svolgevano il loro dovere, ricordando a tutti il valore del loro coraggio e dedizione

Marco Triches, 38 anni, originario di Alessandria, era sposato e padre di un bambino piccolo. Per lui, essere vigile del fuoco non era solo un mestiere, ma una missione. Ricordato come un “giovane eroe”, Marco si era distinto per il suo impegno durante il terremoto di Arquata del Tronto, dove si era recato come volontario tre anni prima.

Matteo Gastaldo, 46 anni, lavorava da tempo insieme a Marco. Insieme, i due avevano salvato eroicamente una donna che tentava il suicidio calandosi in un pozzo: Matteo era sceso mentre Marco lo reggeva con una fune. Matteo aveva studiato all’istituto alberghiero di Casale Monferrato e viveva a Gavi con la sua famiglia e una bambina piccola. Recentemente aveva partecipato alle operazioni di soccorso durante il maltempo nell’Alessandrino.

Antonio Candido, 32 anni, il più giovane dei tre, era originario di Reggio Calabria e si era trasferito ad Albenga con la moglie. Appassionato di viaggi, basket e tatuaggi, Antonio, conosciuto come “Nino” dagli amici, amava i cani, specialmente i suoi due pitbull. Fin da bambino aveva sognato di diventare un vigile del fuoco come suo padre, un sogno che aveva realizzato con dedizione e orgoglio.

Quella notte tragica, i tre vigili del fuoco risposero a una segnalazione di fuga di gas in una cascina abbandonata a Quargnento, in provincia di Alessandria. Dopo una piccola esplosione, sembrava che la situazione fosse sotto controllo. Tuttavia, una seconda, violenta deflagrazione intorno alle due del mattino causò il crollo dell’edificio, seppellendo Matteo, Marco e Antonio sotto le macerie.

Le circostanze sospette attorno alla seconda esplosione – tra cui la segnalazione anonima, la cascina disabitata, e il ritrovamento di inneschi sulle bombole di gas – suggeriscono una possibile origine dolosa. Questo renderebbe ancor più tragica e inaccettabile la perdita di tre giovani vite.

Le vite di Matteo, Marco e Antonio rappresentano quelle di tre angeli, tre eroi, tre persone perbene che hanno sacrificato tutto per proteggere gli altri. La loro dedizione e il loro coraggio sono un faro di speranza e un richiamo alla responsabilità collettiva verso chi rischia la vita per il bene comune.

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