Piero Terracina

Piero Terracina: il sopravvissuto di Auschwitz che ha preservato la memoria dell'orrore

«Arrivammo dentro il campo di concentramento, dalle fessure vedevamo le SS con i bastoni e i cani. Scendemmo, ci picchiarono, ci divisero. Formammo due file, andai alla ricerca dei miei fratelli, di mia madre, noi non capivamo, lei sì: mi benedì alla maniera ebraica, mi abbracciò e disse “andate”. Non l’ho più rivista. Mio padre, intanto, andava verso la camera a gas con mio nonno. Si girava, mi guardava, salutava, alzava il braccio. Noi arrivammo alla “sauna”, ci spogliarono, ci tagliarono anche i capelli. E ci diedero un numero di matricola. “Dove sono i miei genitori?”, chiesi a un altro sventurato. E lui rispose: “Vedi quel fumo del camino? Sono già usciti da lì”.»

Degli otto componenti della sua famiglia, Piero Terracina sarà l’unico a fare ritorno in Italia da Auschwitz. Riuscite anche solo a immaginare un dolore del genere? Probabilmente no. Perché rappresenta qualcosa di lontano, di alieno, di inconcepibile. E questo nostro “privilegio” è anche figlio di persone come Piero che, presidiando la memoria di quell’orrore, ha contribuito affinché quell’inferno rimanesse lì, bloccato nel tempo. Un ricordo sfuocato. Una macchia sui libri di storia.

Piero Terracina, nato nel 1928 a Roma, fu deportato ad Auschwitz nel maggio del 1944. Sopravvissuto all’inferno dei campi di concentramento, dedicò la sua vita a testimoniare l’orrore dell’Olocausto per far sì che simili atrocità non si ripetessero mai più. Raccontare la sua esperienza, rivivere quel dolore, fu il suo modo di combattere l’oblio e l’indifferenza, di educare le nuove generazioni sui pericoli dell’odio e della discriminazione.

Piero parlava nelle scuole, partecipava a incontri pubblici e collaborava con le istituzioni per mantenere viva la memoria dell’Olocausto. La sua testimonianza era un monito, un grido contro l’indifferenza, affinché nessuno dimenticasse mai il prezzo dell’odio e della violenza.

Il suo coraggio nel rivivere e condividere quei terribili ricordi ci ha permesso di comprendere meglio la portata della tragedia e di impegnarci a combattere contro ogni forma di antisemitismo e razzismo. La sua vita è stata un esempio di resilienza e impegno civile, un faro di luce in mezzo all’oscurità della storia.

Grazie, Piero, per aver mantenuto viva la memoria di un’epoca buia e per il tuo instancabile impegno a educare e sensibilizzare le persone. Riposa in pace, sapendo che il tuo contributo non sarà mai dimenticato.

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