Rigivan Ganeshamoorthy, conosciuto da tutti come “Rigi”, è un esempio di come la determinazione possa trasformare una sfida personale in una storia di successo. Nato a Roma nel 1999 da genitori originari dello Sri Lanka, Rigivan ha scoperto il suo talento sportivo dopo essere stato colpito dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia rara che attacca il sistema nervoso periferico, portando a debolezza muscolare e paralisi.
L’inizio della sua carriera sportiva è stato quasi casuale. Prima della diagnosi, Rigivan non aveva alcuna esperienza sportiva significativa. Tuttavia, dopo aver affrontato le difficoltà legate alla malattia, ha trovato nello sport una via di riscatto. La sua disciplina di eccellenza? Il lancio del disco, nel quale è riuscito a raggiungere risultati straordinari in un breve lasso di tempo.
Il momento che ha segnato la sua consacrazione internazionale è avvenuto ai Giochi Paralimpici di Parigi, dove Rigivan ha stupito il mondo con una performance senza precedenti. Non solo ha conquistato la medaglia d’oro nel lancio del disco, ma ha anche stabilito un nuovo record mondiale con una misura di 27,06 metri. Ciò che ha reso questa impresa ancora più straordinaria è stato il fatto che Rigivan ha superato il record mondiale per ben tre volte durante la stessa competizione. Inizialmente, ha battuto il primato detenuto dal brasiliano André Rocha, per poi migliorare il suo stesso risultato altre due volte, lasciando tutti senza parole.
La sua ascesa nel movimento paralimpico italiano è stata rapida, trasformandolo in un punto di riferimento non solo per gli atleti disabili, ma anche per tutti coloro che vedono nello sport una possibilità di riscatto e di affermazione personale. Le interviste di Rigivan sono diventate celebri per il suo spirito ironico e l’inconfondibile accento romano, che lo hanno reso una figura molto amata dal pubblico.
In una delle sue interviste più memorabili, dopo aver conquistato la medaglia d’oro, Rigivan ha scherzato con i giornalisti dicendo: “Che ve devo dì? So timido. Dedico la vittoria mia madre, a mia sorella, al team, a tutta Dragona, a Roma, ar decimo municipio. Al mio vicino che è venuto a casa a darmi la bandiera italiana. Sai, l’amicizia è la cosa più bella che c’è, pure più di una medaglia. Questo è per tutta la nazione italiana e per i disabili che stanno a casa. Ah, me so scordato, la dedico anche alla mia fidanzata Alice”.
Il suo carattere genuino e la sua simpatia hanno conquistato il cuore degli italiani, che vedono in lui non solo un campione sportivo, ma anche un modello di vita. Alla domanda di una cronista, che gli ha chiesto se il mondo paralimpico cominciasse a piacergli, Rigivan ha risposto con il sorriso che lo contraddistingue: “Mm, un po’ troppi disabili…”. Una battuta che ha suscitato risate e applausi, dimostrando ancora una volta la sua capacità di affrontare ogni situazione con leggerezza e autoironia.
La storia di Rigivan Ganeshamoorthy è quella di un ragazzo che ha saputo trasformare una condizione debilitante in una straordinaria carriera sportiva. La sua tenacia, il suo talento e il suo spirito indomabile lo hanno portato a superare ogni ostacolo, fino a diventare un esempio per tutti. Oggi, Rigivan è non solo un campione paralimpico, ma anche un simbolo di speranza e di forza per chiunque si trovi a dover affrontare una sfida difficile.