Massimo Battista, figura simbolo delle battaglie ambientali di Taranto, è scomparso a 51 anni, lasciando un vuoto profondo nella sua città. Ex operaio dell’Ilva, sindacalista e consigliere comunale, Battista ha dedicato la sua vita alla lotta contro l’inquinamento causato dall’acciaieria, ritenuta una delle principali fonti di contaminazione della città. Battista ha combattuto instancabilmente per la chiusura dell’Ilva, senza mai accettare compromessi sulla questione ambientale. La sua carriera di attivista si intreccia indissolubilmente con la storia di Taranto, segnando momenti importanti delle battaglie cittadine per un ambiente più sano.
Il suo impegno è iniziato nel 2012, quando, in seguito al sequestro dell’area a caldo dell’Ilva per disastro ambientale, Battista compì un’azione simbolica durante una manifestazione sindacale, entrando in piazza della Vittoria su un “treruote” per protestare. Questo gesto diede origine al “Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, un movimento che ha unito cittadini e operai nella richiesta di giustizia ambientale. Battista fu anche l’ideatore di “Uno Maggio libero e pensante”, un evento che, dal 2013, richiama ogni anno artisti e personaggi di spicco per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi ambientale e sanitaria di Taranto. Questo concerto ha ottenuto visibilità nazionale e internazionale, attirando l’attenzione sulla drammatica situazione che vive la città.
Nel 2017, Massimo Battista entrò in politica con il Movimento 5 Stelle, ma abbandonò il partito pochi mesi dopo, quando la linea politica del M5S si discostò dalle sue posizioni radicali sulla chiusura dell’Ilva. La sua intransigenza lo portò ad allontanarsi dal partito, ritenendo inaccettabile qualunque compromesso con ArcelorMittal, l’azienda subentrata nella gestione dell’acciaieria. Successivamente, si candidò a sindaco di Taranto nel 2022, sostenuto da tre liste civiche. Sebbene non riuscì a ottenere la carica, venne eletto di nuovo come consigliere comunale, dimostrando il supporto di una parte della cittadinanza.
Malato da tempo, Massimo Battista si è spento lasciando un messaggio di commiato sui social, nel quale si rivolgeva alla sua città con parole piene di affetto: “La mia battaglia finisce qui. Ho lottato tanto per questa città, ho sempre cercato di dare un futuro migliore alla mia amata Taranto.” Battista lascia la moglie e tre figli, e un’eredità importante per Taranto e per quanti condividono il desiderio di un futuro più giusto e salubre per le prossime generazioni.