Un ricercatore dell’Università di Urbino ha percepito regolarmente uno stipendio senza lavorare per 21 anni: l’uomo, attualmente in pensione, ha continuato a ricevere il suo stipendio fino alla recente scoperta della situazione.
La vicenda, suscitando scalpore e indignazione, ha acceso un faro sulle falle del sistema universitario italiano.
In un mondo che si evolve e migliora grazie alle buone azioni e all’operato delle tante persone per bene che lo abitano, il caso del “ricercatore fantasma” ci induce a pensare che urge un cambiamento strutturale anche all’interno dell’ambiente accademico italiano.
Guardare con “occhi nuovi” talune leggi è l’azione attraverso cui è possibile costruire un mondo migliore, nella consapevolezza che svolgere seriamente un lavoro, non solo garantisce l’espressione individuale di ognuno di noi ma contribuisce allo sviluppo economico, sociale e culturale dell’intera umanità.